Sally Kristen Ride (Los Angeles, 26 maggio 1951 – La Jolla, 23 luglio 2012) è stata la prima astronauta statunitense a raggiungere il 18 giugno 1983 lo spazio, a bordo della STS-7[1], che rientrò sulla Terra il 24 giugno 1983.
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Sally Kristen Ride | |
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Astronauta della NASA | |
Nazionalità | ![]() |
Status | deceduta |
Data di nascita | 26 maggio 1951 |
Data di morte | 23 luglio 2012 |
Selezione | 1978 |
Altre attività | Fisico |
Tempo nello spazio | 14 giorni, 7 ore e 46 minuti |
Missioni |
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Data ritiro | 1987 |
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Prima di lei solo due donne sovietiche, Valentina Vladimirovna Tereškova e Svetlana Evgen'evna Savickaja avevano compiuto la medesima impresa.
Sally Ride nacque a Encino in California, figlia primogenita di Dale e Joyce Ride. Sua sorella Karen è ministro del culto della chiesa Presbiteriana. Sally ha frequentato la Westlake School for Girls high school a Los Angeles (attualmente Harvard-Westlake School) con una borsa di studio per il tennis. Oltre all'interesse per le scienze, Sally era una giocatrice di tennis a livello nazionale. Frequentò lo Swarthmore College e si laureò in Inglese e fisica alla Stanford University vicino a Palo Alto, California. Quindi conseguì il master e il dottorato in fisica presso la stessa università mentre era ricercatrice in astrofisica e fisica del laser.
Sally è stata una delle 8.900 persone a rispondere ad un annuncio su un giornale alla ricerca di candidati per il programma spaziale. A seguito di questa risposta, Sally è entrata alla NASA nel 1978 nel primo corso per astronauti aperto anche alle donne. Durante la sua carriera Sally è stata addetta alle comunicazioni nella seconda (STS-2) e terza (STS-3) missione del Programma Space Shuttle ed ha collaborato allo sviluppo del braccio robotico dello Space Shuttle. Il 18 giugno 1983 è diventata la prima donna americana membro dell'equipaggio in una missione del Challenger, la STS-7. L'equipaggio di 5 persone ha messo in orbita due satelliti per telecomunicazioni, condotto esperimenti farmaceutici ed ha usato per la prima volta il braccio robotico per posizionare e recuperare il satellite nello spazio. Il suo secondo volo spaziale è stato nel 1984 sempre a bordo del Challenger. Complessivamente ha passato più di 343 ore nello spazio. Sally era all'ottavo mese di addestramento per la sua terza missione al momento del Disastro dello Shuttle Challenger. È stata nominata membro della commissione di inchiesta che ha indagato sulle cause dell'incidente.[2] In questo ambito, il generale Donald J. Kutyna, membro come Ride della stessa commissione, ha rivelato nel 2012, che fu lei a fornirgli alcune informazioni chiave riguardanti i difetti delle guarnizioni sottoposte a temperature molto basse. Grazie a queste informazioni, Richard Feynman, anch'esso componente della commissione, poté illustrare durante una seduta pubblica della commissione, che le guarnizioni diventavano inefficienti una volta congelate, rendendo evidente la causa del disastro.[senza fonte] Dopo le indagini, Sally è stata trasferita al quartier generale della NASA a Washington DC.
Deceduta nel 2012 a La Jolla all'età di 61 anni a seguito di un tumore al pancreas,[3] è stata sposata con l'astronauta della NASA Steven Hawley dal 1982 al 1987.
La fondazione a lei intitolata ha rivelato dopo la sua morte che ebbe una relazione, durata 27 anni, con una donna, l'ex atleta e collega Tam O'Shaughnessy. Amante della privacy, aveva mantenuto segreta la relazione in conformità con il don't ask, don't tell.[4] È considerata la prima astronauta LGBT+ della storia.[senza fonte]
![]() | Medaglia Presidenziale della Libertà |
— 2013 |
![]() | NASA Space Flight Medal |
Altri progetti
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